Di X Factor e di quella vittoria meritata

Si è conclusa ieri sera la decima edizione di X Factor: purtroppo quest’anno non ho potuto seguirlo come avrei voluto, e mi sono limitata a controllare la progressione della gara sui social network. La finale, però, non potevo perdermela! A trionfare sono stati i Soul System, un gruppo che all’inizio non avrebbe nemmeno dovuto far parte del programma: agli Home Visit infatti erano stati i Jarvis la scelta di Alvaro Soler, che poi hanno deciso di ritirarsi e lasciare quindi il posto ai Soul System. Un inizio in sordina che però li ha portati alla vittoria, contro le aspettative generali.

Sono arrivati alla vittoria un passo dopo l’altro, gli unici a non essere mai finiti al ballottaggio: l’unica pecca, per me, è il fatto che pur partecipando a una trasmissione italiana non abbiano mai cantato in italiano, ma per il resto posso dire che loro sono i concorrenti che davvero meritavano di vincere. Mai uno scivolone, sempre un grande lavoro e una grande energia, che secondo me li avvicina a personalità internazionali già navigate. Mi sono piaciuti subito proprio perché si vede che sono professionisti, che sono pronti a calcare il palco (e Alvaro li porterà con sé in tour il prossimo anno) e lo studio di registrazione.

Non c’entrano nulla con gli altri concorrenti: Eva e Roshelle erano le grandi favorite di questa finale, eppure qualcosa è andato storto. La concorrente di Manuel Agnelli mi è piaciuta per la sua raffinatezza, ma non mi ha convinta del tutto. Mi stupisco, invece, di come Roshelle sia potuta arrivare in finale: durante tutto X Factor si sono rincorse voci di un suo presunto rapporto speciale con Fedez, e soprattutto del fatto che le sue doti vocali fossero discutibili. Ieri sera è stato davvero imbarazzante sentirla stonare davanti a centinaia di persone, e viene davvero da chiedersi per quale motivo il suo giudice non abbia lavorato su queste mancanze che a parer mio sono inaccettabili per una che ha soffiato il posto in finale a un altro concorrente.

Nota dolente, infine, il comportamento dei giudici: Manuel è l’unico che si salva, sa parlare in italiano dicendo cose sensate; Alvaro mi è sembrato una bella statuina con poca cognizione di causa; Fedez, già sapete, nonmi piace, ma ho trovato che in questa edizione sia stato più superbo del solito. Infine, Arisa: ieri sera, dopo la metà della gara, vederla ubriaca era uno spettacolo indecente. Per tutta la durata di X Factor è stata un groviglio di frasi sconnesse, volgarità e fischi dal pubblico. Per me la sua poltrona si potrebbe davvero rimuovere, trovo che faccia calare (e non poco!) la qualità e la credibilità del programma.

Le canzoni di Natale perfette per un’atmosfera magica

Ormai avrete capito che adoro le canzoni di Natale, ogni anno ne scopro sempre di nuove con cui provvedo prontamente a riempire cd e playlist! Elencare tutti i brani che mi piacciono sarebbe davvero impegnativo, mi limito a lasciarvi quelli che in questo periodo sto ascoltando di più: tendo a preferire le canzoni tradizionali, quelle che hanno un testo più vicino al racconto della notte di Natale, ma mi piacciono anche quelle un po’ più pop!

Mary, Did You Know?

Anche se questo video ha già due anni di vita, io ho scoperto questo brano solo quest’anno, ed è ovviamente entrato nella mia lista di canzoni preferite per il Natale. I Pentatonix sono un bravissimo gruppo che esegue solo brani a cappella: tra tutte le loro interpretazioni a tema natalizio, questa è probabilmente la mia preferita.

God Rest Ye Merry Gentlemen

Perché limitarsi a All I Want For Christmas Is You quando si tratta di Mariah Carey? Questa è la mia canzone di Natale preferita in assoluto, e mi piace sempre andare a scovare nuove versioni. Questa la trovo davvero bella, soprattutto per il timbro e le doti vocali della sua bravissima interprete.

What Child Is This

La prima versione che ho sentito di questo brano era una di Andrea Bocelli, ma una volta scoperta questa non l’ho più abbandonata: anche Peter Hollens ha un canale YouTube dedicato alle sue cover, esclusivamente a cappella. Io lo trovo davvero bravo, ed è anche molto gentile con chi lo segue, risponde sempre a tutti!

Do They Know It’s Christmas

A 30 anni dal rilascio della canzone, torna l’evento Band Aid: personalmente mi piace di più questa versione della prima, probabilmente anche perché ci sono voci a me più note… Ovviamente non può mancare Bono degli U2, che con questi progetti va sempre a nozze! Se non avete riconosciuto il batterista, vi dico io chi è: Roger Taylor, che nei Queen suonava lo stesso strumento.

Merry Christmas, Darling

Nella mia lista non poteva mancare Glee: questa canzone è malinconica, ma davvero tenera e romantica. Rachel la canta nella seconda stagione dopo che Finn l’ha lasciata, poco prima di Natale, dopo aver scoperto il suo tradimento/ripicca con Puck. “I’ve just one wish in this Christmas Eve… I wish I were with you

Un viaggio lungo un anno: la mia recensione di Calendar Girl

Di sicuro avrete notato in libreria le copertine accattivanti di questo libro: quattro volumi in tutto, ciascuno dedicato a tre mesi dell’anno, per un lungo viaggio tra gli Stati Uniti e la vita della protagonista, Mia. Calendar Girl è uno dei libri che più ha fatto parlare di sé nel 2016, un po’ proprio per l’attrattiva dell’oggetto libro, un po’ per il suo essere un caso editoriale trash. Nonostante questo l’ho letto con piacere, anche se di solito non leggo molti romanzi rosa. Questo, però, ha degli elementi che mi hanno piacevolmente sorpreso!

Mia Saunders è una giovane di Las Vegas, che si barcamena tra lavori saltuari per assicurare un’esistenza dignitosa a sé, alla sorella più giovane e al padre, distrutto da quando la moglie li ha abbandonati. Quando il padre, però, a causa del suo alcolismo, contrae un ingente debito con il violento ex fidanzato di Mia, finisce in fin di vita, lasciando comunque alle proprie figlie il debito, da ripagare sotto minaccia. Mia così si mette in contatto con la zia, che gestisce un’agenzia di escort (negli Stati Uniti escort non ha lo stesso significato italiano di prostituta, si tratta piuttosto di accompagnatrice, che può scegliere se concedersi anche dal punto di vista fisico), mettendosi sotto contratto per un anno: ogni mese guadagnerà abbastanza denaro per ripagare il debito, nell’attesa che il padre esca dal coma. Il problema, però, è che già a partire da gennaio a Mia è chiaro che ogni mese incontrerà uomini bellissimi, ricchi e dalle vite favolose. A gennaio è così molto facile cedere alle attenzioni di Wes, di cui finirà per innamorarsi. Purtroppo, però, il lavoro la chiama, e il suo viaggio di 12 mesi non si fermerà alla sola California…

Libro dopo libro sono arrivata a dicembre, ho seguito Mia durante la sua avventura: un anno impegnativo in cui ha viaggiato da un capo all’altro degli Stati Uniti, ha stretto nuove amicizie e ha scoperto la verità sulla sua famiglia. E’ un romanzo rosa, poco impegnativo da leggere ma che comunque mi è piaciuto molto. Tralasciando le numerose ed esplicite scene hot, perché ovviamente davanti a tanti bei ragazzi non si può rimanere di pietra, ho apprezzato il fatto che, con il procedere dei mesi, sia aumentata l’analisi dei personaggi, dei loro sentimenti, non limitandosi a una caratterizzazione banale e sommaria. Inoltre, una volta tanto, la protagonista non è una babbea che non sa di essere bella, ma è ben consapevole del proprio aspetto e capace di impegnarsi nella vita, senza tanti piagnistei.

Ciò che non mi è piaciuto invece è stato invece il secondo mese dell’anno, probabilmente per l’uomo per cui Mia si trova a lavorare, un artista francese che la seduce e a cui lei si abbandona, nonostante provi già sentimenti per Wes. Neanche la scelta di dipingere la madre come una malata mentale, e non come una donna che abbandona consapevolmente i propri figli perché disinteressata, mi ha convinto: mi è sembrata davvero una conclusione veloce e banale, troppo irreale rispetto alle altre vicende raccontate, che invece mi sono piaciute proprio perché reali, al contrario di quanto spesso avviene in altri romanzi simili, troppo finti.

Quello che mi è piaciuto di più, oltre alla breve appendice finale che chiude le storie di tutti i personaggi comparsi, è la costante speranza che pervade tutti i romanzi, una speranza all’inizio dettata dalla sola voglia di sopravvivere di Mia, messa a dura prova dalla vita e dalle sue relazioni con gli altri. Quando poi però la nostra bella protagonista si innamora, e si rende conto del suo valore umano nonostante il suo passato turbolento, tutto cambia. Mia continua a impegnarsi, facendo di tutto per garantire una vita serena a coloro che ama, che in cambio la ripagano trasmettendole fiducia in se stessa. Il tatuaggio che porta sul piede, “Trust the journey“, è un piccolo inno a non perdere mai la forza di guardare avanti, anche nelle difficoltà, a credere in se stessi e a non farsi schiacciare dalle difficoltà della vita. E’ per questo che mi piacciono anche i romanzi un po’ più semplici, come questi: riportano in luce i valori basilari di ciascuno, sottolineando la bellezza della vita.

Una casa, mille atmosfere: le candele profumate perfette per Natale

Oggi ho deciso di uscire allo scoperto e parlarvi di quello che è diventato il mio oggetto preferito per la casa: le candele profumate! E in particolare, quelle di Yankee Candles: ho provato anche altri prodotti, alcuni non di marca, altri di Ikea, ma queste rimangono le mie preferite per varietà e qualità del prodotto. Quale occasione migliore dell’Avvento e del Natale per provarle?

Una casa, mille atmosfere: le candele profumate perfette per Natale

Oltre alle fragranze classiche, Yankee Candle propone una serie festiva, che nei negozi durante l’anno non si trova sempre, e inizia a comparire da novembre. Quest’anno ne ho acquistate diverse e voglio parlarvi di quelle che, secondo me, si adattano meglio al periodo delle feste. Candy Cane Lane è stata davvero una sorpresa: pensavo avesse un banale profumo di dolcetto, invece oltre alla base zuccherosa si percepisce chiaramente la menta piperita, che ne fa una candela fresca e non banale! Red Apple Wreath mi piace molto: aggiunge a una delicata base balsamica il profumo acidulo ma dolce della mela, creando un mix sorprendente.

Snow In Love la consiglierei a chi durante l’anno predilige le fragranze fresche: mantiene la solita base di profumo di pulito, insieme a una nota molto persistente di fragranza maschile. Quest’anno è stata rilasciata anche una candela un po’ inusuale, Macaron Treats: il colore verde brillante a prima vista non la fa associare al Natale, ma una volta accesa si capisce il collegamento. E’ la classica candela dolce, ricorda proprio la pasta zuccherosa dei macaron, senza un sottotono particolare. Mi è piaciuta molto anche Spiced Orange, che racchiude le mie amatissime spezie (tra cui la cannella, ovviamente) insieme al profumo fresco e leggermente dolce dell’arancia.

Una casa, mille atmosfere: le candele profumate perfette per Natale

Infine vorrei consigliarvi due ultime fragranze, una la mia preferita in assoluto tra le festive, l’altra una gradita sorpresa. Nel primo caso parlo di Balsam & Cedar, arrivata lo scorso anno in Italia solo nel formato giara grande: l’ho davvero consumata, questa profumazione mi è piaciuta tantissimo, d proprio l’idea di essere in una foresta e di respirare il profumo balsamico dei sempreverde. La sorpresa di quest’anno è invece Snowflake Cookie fragranza present sul mercato da un po’: mi ha colpito per il suo essere dolce ma non stucchevole, e soprattutto per la durata lunghissima del profumo, che persiste molto anche dopo averla spenta.

Animali Fantastici e Dove Trovarli: un grande, magico ritorno

Non mi ero resa conto di guardare un nuovo film della saga di Harry Potter finché sul grande schermo del cinema non è comparso il logo della Warner Bros, accompagnato dalla colonna sonora (le musiche originali sono di John Williams, che adoro) che ben conosciamo e che, personalmente, mi ha davvero emozionata. A cinque anni dall’uscita di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2, il mondo magico di zia Rowling torna a rivivere…ed è stato tutto incantevolmente perfetto!

Jacob, Newt e un asticello, molto più tenero di come lo immaginassi
Jacob, Newt e un asticello, molto più docile di come lo immaginassi

Animali Fantastici e Dove Trovarli è il primo di una serie di film (si è parlato di cinque pellicole totali) tratto dall’omonimo libro di Newt Scamander, che gli studenti di Hogwarts usano per le loro lezioni. Nella realtà il libro è stato davvero pubblicato da J. K. Rowling, insieme a Il Quidditch attraverso i Secoli e Le Fiabe di Beda il Bardo, completando così le pubblicazioni dei libri maggiormente citati nella saga. Il grande pubblico però non conosceva totalmente la storia di Newt, ricercatore naturalista appassionato di creature magiche, che sbarca a New York nei primi del Novecento insieme alla sua magica valigia. Qui, a causa di un equivoco, stringe amicizia con il NoMag (termine statunitense per babbano) Jacob Kowalski, con l’ex auror Tina Goldstein e con la sorella Queenie. Cercando di recuperare le sue creature disperse in città, viene a conoscenza dei problemi che il MACUSA, il Ministero della Magia, ha con un Obscurus, entità negativa che semina il panico per la grande mela. A questo si aggiungono anche le notizie sulla fuga dall’Europa di Gellert Grindelwald, potente mago oscuro che è ricercato.

Io sono uscita dal cinema davvero deliziata: tutto era esattamente come lo ricordavo, è stato proprio come rileggere dopo tanto tempo i romanzi di Harry Potter! Gli incantesimi pronunciati sono i classici che tutti ricordiamo, e anche alcune delle creature possedute da Newt sono state abbondantemente citate nella saga originale. Alla regia troviamo di nuovo David Yates, che si era occupato di Harry Potter già dall’Ordine della Fenice. Per i più attenti c’è anche qualche citazione davvero brillante: anzitutto Percival Graves nomina Hogwarts e il professor Silente durante il suo interrogatorio a Newt. E poi, soprattutto, quando si spiega il mistero degli Obscurus non si può non pensare ad Ariana Silente e al modo in cui la ragazzina uccise tragicamente se stessa e la madre, liberando un potere troppo grande che aveva tentato di nascondere: in effetti, la situazione di Credence è molto simile.

Il tenero snaso alle prese con la raccolta di oggetti luccicanti
Il tenero snaso alle prese con la raccolta di oggetti luccicanti

Ho trovato adorabile la storia d’amore tra Jacob e Queenie, che si scoprono simili pur appartenendo a mondi molto diversi, e che sembrano davvero destinati a stare insieme, nonostante l’incantesimo di memoria subito dal signor Kowalski. Solo due i punti dolenti, per me: gli effetti speciali non mi sono parsi molto curati, anzi li ho visti davvero troppo digitali e finti. E poi, purtroppo, non riesco proprio a farmi piacere Eddie Redmayne: bravo, per carità, ma non ho sopportato il fatto che distogliesse sempre lo sguardo dalla telecamera o da qualunque interlocutore avesse davanti. Scamander è descritto come un magizoologo introverso, ma credo che caratterizzarlo in questo modo sia eccessivo e che sia piuttosto un vezzo personale di chi lo interpreta.