Sei anni dopo rieccomi a mettere piede a Barcellona, e questa volta non come trascurabile tappa di un viaggio molto più importante, ma per tre giorni di reunion con le mie prime compagne di stanza a San Diego, sei mesi dopo il nostro ultimo incontro. Stranamente non ho preparato programmi particolari o liste di cose da vedere, non aspettandomi nulla di particolare da questa città. Invece sono rimasta molto contenta di averla (ri)vista e assaporata come si deve, e soprattutto di averci consumato le suole con un totale di circa quaranta chilometri percorsi a piedi!
E’ nel primo giorno che ho macinato più strada, una ventina di chilometri circa: io alloggiavo leggermente fuori città e poco distante un comodissimo treno mi trasportava direttamente a Plaça de Catalunya. Da lì è partita la mia visita, perdendomi tra le stradine del quartiere gotico, sicuramente la mia parte preferita della città, con vie strette e fresche, perfette per ripararsi dalla calura di fine maggio. Da lì, evitando l’eccessivamente turistica Rambla, sono scesa fino alla zona del porto, per poi camminare fino a la Barceloneta e godermi il vento profumato dal mare. Facendo dietrofront (e camminando un altro po’: durante il primo giorno credo di non aver praticamente utilizzato la metropolitana e di essermi limitata a un solo spostamento in autobus) vi aspetta il bellissimo Parc de la Ciutadella: al suo interno uno zoo e architetture davvero fiabesche, perfetto per una pausa dal cammino. La mia giornata si è conclusa con un giro intorno alla Sagrada Familia e una passeggiata al Passeig de Gracia, per scoprire da fuori le architetture made in Gaudì.
Il secondo giorno a Barcellona è stato meno duro dal punto di vista del cammino, ma ugualmente faticoso, vista la stanchezza accumulata nel giorno precedente: nonostante questo ho visitato luoghi talmente belli da far dimenticare qualunque fatica, e di cui sinceramente non avevo mai sentito parlare. Spesso si parla solo della spiaggia, della Rambla, del Parc Guell, io invece nel mio breve tour mi sono allontanata da questi stereotipi turistici e ho preferito dedicarmi ad altro, anche visto il poco tempo a disposizione. Altro che il solito scatto dalle panchine decorate del Parc Guell: prendete un autobus, preparatevi poi a dieci minuti di salita a piedi e andate a godervi la vista dal meraviglioso punto panoramico dei Bunkers del Carmel, punto difensivo costruito dalla popolazione durante la guerra civile. La vista è impagabile, e un pochino potete assaporarla anche voi dalla prima foto. Un altro luogo assolutamente meraviglioso è il Museu nacional d’art de Catalunya: muovetevi verso Plaça d’Espanya e da lì percorrete il lungo viale verso il museo e la sua magica fontana, vi sembrerà di essere dentro una fiaba. Intorno al museo si sviluppa un fresco parco, perfetto per continuare ancora un po’ la vostra esplorazione o sedervi e rilassarvi.
L’ultimo giorno l’ho dedicato alle ultime passeggiate in città, e anche su “insistenza” delle mie compagne di viaggio sono andata a zampettare fino al Camp Nou, meta imprescindibile per gli appassionati di calcio, e poi ho finalmente assaggiato le prelibatezze del Mercado de la Boqueria. A prezzi stracciati potrete dissetarvi con dolci frullati, provare i salumi e formaggi locali o anche comprare l’occorrente per una cena indimenticabile. Il tempo di tornare in aeroporto e la mia piccola vacanza prima degli esami era già finita, ma sono davvero soddisfatta di essere riuscita a tornare qui dopo sei anni e godermi Barcellona anche (e soprattutto!) senza musei, folle di turisti, spese inutili e code sotto il sole, ma solo con tanto cibo e buona compagnia.
Che dire di diverso dal solito, se non che si puó “invidiare” il tuo spesso girovagare oltre Varallo e Milano?
Meno male che non c’è solo Varallo Pombia!